Preparazione al matrimonio

Incontri in Preparazione del Matrimonio

Nei primi mesi dell’anno, prima della santa Pasqua, la Parrocchia organizza gli incontri per i fidanzati in preparazione del MATRIMONIO.

 

Duomo di San Martino – PIETRASANTA
Incontri in preparazione
al MATRIMONIO CRISTIANO

I fidanzati che hanno intenzione di sposare
nel corso dell’anno
non manchino a questi incontri.

La sede: Casa parrocchiale -“Opera Cardinale Maffi” , via Garibaldi, 95 (1°Piano) PIETRASANTA 

L’orario: ore – 21.15

GLI INCONTRI SONO APERTI
ALLE PARROCCHIE DELL’UNITÀ PASTORALE DI PIETRASANTA

EQUIPE DI CATECHESI

Sacerdoti: Parroco Don Roberto Canale

Vice Parroco Don Messias Barsella

 
gli sposi – Liliana, Fabrizio, Anna Lella, Vincenzo

 

Regolamento per i MATRIMONI in DUOMO

Alla luce delle vigenti disposizioni diocesane,

ecco un piccolo regolamento per la nostra Parrocchia

 

1.  Una volta stabilito l’orario va rispettato scrupolosamente. Se si dovesse cominciare in ritardo il parroco sarà costretto a celebrare frettolosamente per terminare nei tempi stabiliti, e la cosa non sarebbe simpatica.

2. La sposa non si presenti all’altare troppo scollata, abbia le spalle coperte. Qualora il vestito fosse scollato e troppo sbracciato si procuri un leggero scialle per coprirsi in Chiesa, fuori se lo toglierà.

3. La celebrazione del matrimonio è un sacramento: la Chiesa non è un teatro perciò anche l’addobbo sia consono al contesto sacro.

4.  Il parroco deve parlare con il fiorista riguardo all’addobbo floreale. Il fiorista adorni con i fiori, non con i ceri accesi né coi petali di rose veri o finti da gettare sul pavimento (roba da romanzi televisivi): le cose mondane vanno rimandate al ricevimento che avrà luogo dopo la celebrazione del Sacramento.

5.  Il parroco deve parlare anche con l’organista o gli strumentisti per quanto riguarda la parte musicale: in Chiesa si deve suonare esclusivamente musica sacra, nient’altro.

6. I fotografi non devono essere troppo invadenti: gli sposi sono a celebrare i Sacramenti e non devono essere trattati come statuine da riprendere in mille pose. Fari aggiuntivi non occorrono.

7.  Il riso si getta fuori dal portone e non dentro; si faccia comunque attenzione perché la pavimentazione del sagrato è di marmo e c’è il rischio di scivolare sul riso. Sotto gli scalini non si corre alcun rischio.

 

DALLA NOTA PASTORALE SULLA PREPARAZIONE DEI FIDANZATI AL MATRIMONIO

dell’Arcivescovo Mons. Giovanni Paolo Benotto

5 – La celebrazione

27.  Celebrazione del matrimonio come festa della famiglia ecclesiale.

Spesso dobbiamo registrare che non pochi matrimoni vengono celebrati all’insegna dell’avvenimento “privato”. Per questo basta pensare alla tendenza che si sta diffondendo di affidarne la preparazione ad agenzie apposite che si occupano di tutto, dalla ricerca e prenotazione della chiesa fino a procurare il sacerdote celebrante, del tutto estraneo alla vita e alla storia dei nubendi, con conseguenze facilmente immaginabili e del tutto inaccettabili sul piano ecclesiale. E’ da ricordare che le norme ecclesiali indicano come luogo privilegiato per la celebrazione delle nozze le chiesa parrocchiali di appartenenza degli sposi o del luogo dove andranno ad abitare dopo il matrimonio. E’ comunque esclusa la possibilità di celebrare il sacramento del matrimonio in altri luoghi che non siano chiese in cui si celebra regolarmente l’Eucaristia ogni domenica e non è accettabile la privatizzazione di un evento che è sempre un atto di profonda comunione ecclesiale. Proprio per questi motivi è da rifiutare ogni rapporto con “agenzie matrimoniali” che stanno moltiplicando la richiesta di avere a disposizione chiese e sacerdoti per matrimoni di persone del tutto estranee alla vita delle nostre comunità.

Il Rito del Matrimonio mette in evidenza il grande valore della partecipazione della comunità cristiana nella quale matura, si vive, si celebra e viene educata l’esperienza di fede e che permette di riconoscere l’importanza dei sacramenti proprio attraverso la loro celebrazione. E’ vero che non sempre è possibile celebrare i matrimoni durante le Messe domenicali e che spesso è addirittura impossibile, ma non debbono mancare altri segni che educhino la comunità ecclesiale a farsi accogliente verso le nuove famiglie che si formano. Per questo potrebbero essere valorizzati alcuni segni come la presentazione alla comunità parrocchiale, durante una Messa domenicale, delle coppie che si stanno preparando al matrimonio; l’inserimento di una intenzione particolare nella preghiera dei fedeli; l’affidamento pubblico del mandato agli sposi che durante l’anno accompagneranno i nubendi nel percorso di preparazione al matrimonio; far presente alla comunità parrocchiale la celebrazione dei matrimoni con l’invito per tutti a parteciparvi.

28. Il ruolo fondamentale del sacerdote celebrante.

Un rapporto tutto speciale e privilegiato è quello che può e deve nascere tra gli sposi e il sacerdote che presiederà la celebrazione delle nozze. Quasi sempre si tratta del parroco con il quale, oltre i percorsi comunitari, dovranno svolgersi una serie di incontri nei quali verranno espletate le pratiche burocratiche, ma soprattutto potrà avvenire quel confronto spirituale che spesso segna in maniera particolare la possibilità di un autentico incontro di fede con il Signore sul piano sacramentale specie in rapporto alla celebrazione del sacramento della Penitenza. In questi incontri potrà essere ulteriormente approfondita la conoscenza del Rito, preparando in concreto la celebrazione che vedrà quali principali protagonisti gli sposi con il sacerdote.

A proposito del Rito, vogliamo sottolineare l’importanza straordinaria che la scelta dei testi scritturistici ed eucologici offre agli sposi per una seria e profonda interiorizzazione di quanto essi stessi celebreranno in quanto ministri del loro matrimonio; una scelta che potrà approdare alla redazione del “libretto” della celebrazione che rimarrà come gradito ricordo per i partecipanti alla liturgia nuziale.

29. Una celebrazione sobria all’insegna della carità.

La preparazione della celebrazione offre inoltre la possibilità di educare i nubendi ad apprezzare e a cercare uno stile sobrio ed essenziale per lo svolgimento non solo del rito liturgico, ma dell’evento che segnerà indelebilmente la loro vita. Se è vero che spesso uno dei motivi che spinge alcuni giovani a convivere e a non sposarsi né in chiesa né in comune è il carico economico che un matrimonio comporta, la proposta di uno stile sobrio è occasione per mettere in evidenza la grandezza straordinaria del mistero di salvezza che si compie.

Fiori, musica, canti, addobbi non possono diventare il fine, ma debbono rimanere sempre dei mezzi e degli strumenti per rendere più bello un avvenimento che, proprio come atto d’amore, non dovrebbe mai dimenticare il segno della carità che si apre ai più poveri e ai più deboli. Invitare gli sposi a pensare ai poveri e ai bisogni della chiesa non sarà mai la richiesta di una tassa da pagare, ma la proposta di una occasione nella quale condividere la propria gioia con i tanti che ne mancano per povertà, per malattia e per solitudine e per contribuire alla missione evangelizzatrice della comunità cristiana. Questo stile educativo consentirà di prevenire e di evitare deprecabili sprechi o spiacevoli spilorcerie che non di rado annebbiano la chiarezza gioiosa delle feste di nozze.