La Parola del Signore oggi si sofferma su piccole parabole, che però offrono argomenti più che sufficienti per riflettere abbondantemente (Mt. 13,44-52).
Due personaggi si imbattono per caso in qualcosa di molto prezioso: non indugiano, sono disposti a vendere i loro averi per entrare in possesso del nuovo tesoro che hanno trovato.
Il primo è un contadino, che scavando nel terreno rinviene un tesoro sotterrato; il secondo è un collezionista di perle preziose che, girando, ne trova una dal valore grandemente superiore alle altre che già possiede. Per avere il nuovo tesoro ambedue lasciano i loro vecchi tesori perché il nuovo è di più, perciò conviene rinunciare a ciò che vale meno per ciò che vale di più.
Il Regno di Dio ci invita di lasciare i “nostri” valori per porre attenzione verso “altri” valori più preziosi, più appaganti. Non è facile distaccarsi da ciò che è nostro, ma noi siamo attaccati al “nostro” perché forse non abbiamo ancora trovato il di più: il distacco scaturisce dall’aver trovato!
I veri protagonisti delle parabole non sono l’agricoltore e il mercante di perle, i veri protagonisti sono il tesoro e la perla, che si impadroniscono dei due uomini, affascinandoli. Essi si sono messi in movimento perché “conquistati” dai preziosi rinvenuti. Allora, perché noi non ci affanniamo per i tesori che il Signore mette a nostra disposizione? Perché non abbiamo ancora imparato a distinguere l’oro dalla latta che luccica … e poi abbiamo paura di perdere qualcosa nel lasciare ciò a cui siamo attaccati!
Il contadino e il ricercatore di perle non perdono niente di ciò che già possiedono, lo investono per avere di più.
Questa sarebbe anche la nostra fortuna!
Buona Domenica. Don Stefano.