La Parola di Dio

Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino

Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino!”. Non ci dice cos’è il Regno, ma dov’è. E lo fa con una parola calda di speranza “è vicino”, è qui.

Il messaggio dell’Avvento quest’oggi ci raggiunge attraverso la voce del profeta Giovanni Battista (Mt 3,1-12). Giovanni grida nel deserto, e grida così forte da giungere agli orecchi di qualcuno, colpito dall’ardore e dalla forza di quelle parole. Questo nuovo modo di presentarsi e di presentare il messaggio ha fatto sì che la notizia potesse arrivare di villaggio in villaggio, fino a Gerusalemme.

Il popolo d’Israele, soprattutto nei momenti più difficili, attendeva qualcuno che potesse dare una svolta nuova al corso della storia, e i profeti ne avevano tenuta viva l’attesa. Poi, col passare degli anni e dei secoli, il tempo logora ogni cosa, anche l’attesa del Messia…  Ad un tratto, come un urlo nella notte, si leva la voce di Giovanni: sta arrivando l’Atteso e la sua venuta è imminente tantoché non c’è tempo da perdere! Allora c’è da mettere a posto tante cose, c’è da svegliarsi, c’è da rinvigorire la fede, c’è da cambiare modo di stare al mondo. Ecco la parola chiave: “Convertitevi!”. Convertirsi è un verbo che dice cambiamento, non soltanto un cambiamento morale, nei comportamenti, ma un cambiamento teologico, un modo nuovo di pensare Dio.

Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino!”. Non ci dice cos’è il Regno, ma dov’è. E lo fa con una parola calda di speranza “è vicino”, è qui. Ed inoltre usa il tempo presente perché è ora il momento, non c’è da attendere ancora; anche se non lo vedi, viene; anche se non ti accorgi di lui, è in cammino sulle tue strade.

Ora però nasce il problema di come riconoscerlo, perché ognuno lo attende secondo i propri desideri e aspettative. Te lo saresti mai immaginato così, un Dio piccolo, nato nella povertà e già perseguitato appena venuto al mondo, cresciuto in una famiglia di artigiani nella provincia periferica della Galilea, dominata dal potere straniero di Roma? E’ un Dio difficile da mettere a fuoco nei nostri schemi mentali!

Ecco l’importanza di convertirci, convertire il nostro sguardo per scovare la presenza di Dio dove non ci aspetteremo mai. La stalla di Betlemme ci insegna lo stile di Dio, che dal legno della mangiatoia arriva a spingersi fino al legno della croce. Il Battista ci invita a indirizzare la nostra attenzione verso questo Dio così originale.

Questo cammino di conversione non deve nascere dalla paura, come Giovanni andava predicando, perché noi, conoscendo ormai bene il Signore Gesù, sappiamo che è lui il Regno di Dio che si rende presente nella nostra vita facendola sua: la paura irrigidisce e imprigiona, la fiducia invece genera uomini liberi, liberi di riconoscerlo, di accoglierlo e di amarlo.

Buona Domenica. Don Stefano

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