La Storia del Battistero del Duomo di Pietrasanta
Guardando la facciata del Duomo, sul fianco destro, in Via Garibaldi, a pochi passi, si affaccia l’Oratorio di San Giacinto ( conosciuto come il Battistero del duomo di Pietrasanta).
Fu edificato all’inizio del secolo XVII ad opera della Compagnia del Santissimo Sacramento.
Nel 1786 Leopoldo d’Asburgo Lorena soppresse tutte le Confraternite ed allora l’Oratorio venne donato alla Collegiata di San Martino, che lo utilizzò come Battistero.
E’ caratteristica la presenza di due Fonti battesimali.
Il primo, antico, a forma esagonale, opera di Bonuccio Pardini (1389), presenta su ogni faccia bassorilievi raffiguranti alcune virtù.
Il secondo a forma di grande bomboniera finemente lavorato da Donato Benti e Nicolò Civitali (secolo XVI) e completato da Orazio Bergamini e Fabrizio Pelliccia nel 1612.
Il pittore cremonese Pietro Cavatorta ha dipinto sia alla volta sia alle pareti episodi della vita del Signore e della Vergine.
Il pittore massese, ma di origine versiliese, Luca Martelli (1636), ha raffigurato l’esaltazione dell’Eucaristia, olio su tela collocato sull’altare.
Quanto resta della decorazione della volta è stato recuperato una prima volta con i restauri del 1988 ed in seguito con ulteriore restauro nel 2011. Rimangono ben leggibili la scena centrale con la Gloria della Vergine, parte dello sfondato architettonico e i medaglioni con scene bibliche; del Trionfo del SS. Sacramento nel catino absidale non rimangono che pochi frammenti. Negli ovali e nei riquadri delle pareti che sembrano sorretti dagli angeli reggi cortina in monocromo sono rappresentati episodi della vita di Cristo. Lo stesso pittore arricchì anche la precedente cantoria dipingendo negli scomparti putti musicanti e strumenti musicali.
Per far fronte alle ingenti spese la Compagnia del Santissimo Sacramento ricorse a vari espedienti: dalla cessione di immobili alla vendita di arredi e suppellettili, al ricorso a prestiti onerosi e infine alla decisione di impegnare le argenterie al Monte Pio. Sforzi risultati inutili giacchè, a seguito della soppressione delle confraternite promossa da Pietro Leopoldo di Lorena nel 1786, l’oratorio fu donato alla chiesa di San Martino che dalla fine del Settecento lo utilizza come Battistero.
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