La Parola di Dio

Amarsi non è guardarsi negli occhi, ma guardare insieme nella stessa direzione

Oggi celebriamo la Santa Famiglia, così diversa dalle nostre famiglie perché comprende una madre Vergine, un padre adottivo e un figlio che è Dio! Una famiglia però che nello stesso tempo è così uguale alle nostre nelle dinamiche affettive (Mt 2,13-15.19-23).

Il Padreterno entra ancora una volta nel sogno di Giuseppe perché prenda velocemente la via della fuga infatti Erode vuole uccidere il Bambino. Ma Dio non poteva forse risolvere il problema alla radice scorciando la vita a Erode? O infilandosi nel suo cervello per dissuaderlo, oppure dare forza ai suoi consiglieri per farlo desistere da quell’atroce proposito?

Dio non tratta questa Santa Famiglia in modo privilegiato, non la esenta dai problemi del mondo, si è incarnato per condividere ogni situazione umana, anche quelle più incresciose e gravi. Così Dio cresce nella quotidianità di una famiglia di povera gente ma piena di fede.

La Famiglia di Nazareth ci insegna che Dio viene ad abitare in casa, che nella quotidianità e nella ripetitività dei gesti più comuni possiamo realizzare il Regno e crescere nella conoscenza di Dio; Dio infatti ha deciso di abitare l’ordinarietà del nostro tempo, di colmare lo scorrere dei nostri giorni.

La crisi della famiglia ai nostri giorni? Deriva dalla crisi di fede, che consiste nel tenere il Signore fuori del vivere quotidiano, nel non sentirlo punto di riferimento e di unità, e magari poi fare ricorso a lui nei momenti “obbligati” o di estremo bisogno.

Amarsi non è guardarsi negli occhi, ma guardare insieme nella stessa direzione. Così ci insegnano Giuseppe e Maria: la loro non è stata una vita facile ma sono rimasti uniti, uniti con amore, perché ciascuno di loro era teso a realizzarsi non secondo calcoli di umana convenienza, di personale interesse, ma secondo Dio.

Buona Domenica. Don Stefano

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