La Parola di Dio

La fede monetizzata

don_stefano_datriOgni comunità cristiana nel corso dell’anno celebra il giorno della consacrazione della propria chiesa: è segno di festa per la gioia di avere un luogo santo, casa del Signore e del suo popolo.
Ogni religione, fin dai tempi più remoti, ha disposto luoghi particolari, luoghi sacri per il culto alla divinità.

L’antico Israele aveva il tempio, dove “abitava il Signore”, dove si offrivano sacrifici e si bruciavano olocausti. Anche nel mondo cristiano si sono costruite chiese e durante il corso dei secoli si sono moltiplicate sia nel numero sia nella bellezza artistica: segno di una fede veramente grande da parte del popolo di Dio.
Il nostro Duomo, dedicato a San Martino, ha origini antiche: venne consacrato nel XIV secolo e poi nuovamente nel secolo successivo (come attesta una lapide ancor oggi ben visibile) nel giorno 17 maggio. Non potendo celebrare liturgicamente la ricorrenza alla data precisa, perché cade nel tempo di Pasqua, viene spostata all’ultima Domenica di ottobre.
Il Vangelo (Gv. 2,13-22) ci presenta l’episodio in Gesù caccia i mercanti dal tempio. E’ proprio un’immagine inconsueta di Gesù, così arrabbiato da rovesciare i banchi dei venditori, gettare a terra il denaro e cacciare fuori persone e animali!
Ma perché? Quella gente che mercanteggiava nell’atrio del tempio era sicura di rendere culto a Dio (oltreché al proprio portafoglio)! Doveva essere importante avere un piccolo supermercato alla porta del tempio per vendere e comprare gli animali da offrire in sacrificio e cambiare monete per quelli che venivano da paesi confinanti con valori monetari diversi da quelli d’Israele.
Ma Gesù caccia i mercanti, perché vede che la fede è stata monetizzata, Dio è diventato oggetto di compravendita. I furbi lo usano per guadagnarci, i pii e i devoti per ammansirlo: io ti do orazioni e tu in cambio mi dai grazie, io ti offro sacrifici e tu mi dai quello che ti chiedo.
Da vero profeta Gesù richiama al rinnovamento, al capovolgimento: Dio non chiede più sacrifici a noi, ma sacrifica se stesso per noi. Non pretende nulla, dona tutto.
E’ lui il vero tempio dove abita Dio, è lui il vero tempio dove dobbiamo abitare anche noi per essere pervasi da quell’amore che rende templi viventi del Dio vivente.
Buona Domenica. Don Stefano.

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