La Parola di Dio

Li farà mettere a tavola e passerà a servirli

Gesù poi chiama “beati” i servi svegli e vigilanti perché per loro sono già pronte le sorprese, accadrà l’impensabile: “il padrone si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli

In questa breve pagina (Lc 12,35-40) Gesù richiama i suoi discepoli alla continua vigilanza. Perché? Per cogliere il passaggio di Dio nella propria vita, infatti lui continuamente passa e spesso noi non ce ne accorgiamo. Gesù ci indica pure le modalità per vivere bene questa attesa: “Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese!”.

Le vesti strette ai fianchi è un’immagine che richiama l’atteggiamento del pellegrino, pronto al cammino; in realtà noi troppo spesso amiamo adagiarci comodamente sul nostro essere come siamo anziché vivere la bellezza dell’apertura al passaggio di Dio, che può scomodarci ma anche guidare a mete sempre più avanzate. Chi si fida di Dio sa bene che la vita di fede non è qualcosa di statico ma è dinamismo, è cammino col Signore verso le sue novità, le sue sorprese.

Poi ci è richiesto di tenere le lampade accese, e questo per rischiarare il buio della notte. La nostra fede deve essere autentica e matura capace di illuminare le tante “notti” della vita. Ma non ci illuminiamo da noi, la luce buona la prendiamo solo da lui!

Queste immagini usate da Gesù (le vesti strette ai fianchi e le lampade accese) richiamano l’evento dell’uscita dall’Egitto, quando il popolo di Dio alla guida di Mosè, proprio con le vesti cinte ai fianchi e le lampade accese, la notte della liberazione prese il cammino verso la terra promessa.

Tutto questo è ambientato di notte perché Gesù prospetta la vita come una veglia d’attesa, che prelude al giorno luminoso della vita eterna.

Gesù poi chiama “beati” i servi svegli e vigilanti perché per loro sono già pronte le sorprese, accadrà l’impensabile: “il padrone si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli”. I servi sono signori e il Signore è servo: un’immagine inedita di Dio! E’ il Maestro dell’ultima cena, il Dio capovolto inginocchiato davanti agli apostoli, i loro piedi nelle sue mani; e poi inchiodato su quel poco di legno che basta per morire.

Lui oggi mi affida le chiavi di casa e parte, me le affida con totale fiducia, senza dubitare perché io possa aprire subito al suo ritorno: è il miracolo della fiducia del mio Signore e io credo in lui perché lui crede in me. Come potrei non servire il Signore? Lui, l’unico che si è fatto mio servitore!

Buona Domenica. Don Stefano

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