La Parola di Dio

Accolto dalla folla festante

La settimana santa si apre con la Domenica delle Palme. Viviamo un momento di gioia quando celebriamo l’ingresso di Gesù in Gerusalemme, accolto dalla folla festante, ma subito dopo la liturgia ci presenta la Passione di Gesù, dalla cattura nell’orto degli ulivi fino all’estremo momento della morte sulla Croce. Gesù era entrato in Gerusalemme ben sapendo di ciò che lo aspettava, entrava nella città santa proprio per donare la sua vita, senza ribellarsi alla cattiveria degli uomini.

Proprio quella folla così festosa all’ingresso di Gesù in città, sarà proprio la stessa a gridare davanti a Pilato: “Crocifiggilo!”.

Viene da pensare: io, che sono la folla di oggi, che atteggiamento tengo nei confronti di Gesù?

Stare vicini a Lui comporta condividere la sua sorte, allora forse conviene rimanere nell’anonimato della folla (senza pensare che davanti al Signore nessuno è anonimo ma tutti quanti siamo conosciuti e amati individualmente!).

Mi viene in mente un’omelia che san Bernardo rivolse ai suoi monaci. Diceva il santo abate:

«Nel giorno delle Palme, nel corteo che accompagna il Maestro e i discepoli giù dal monte degli ulivi, c’è chi canta, chi applaude, chi fa ala e stende i mantelli, chi agita rami di palma: un giardino che cammina. Chi più vicino a Gesù, chi più lontano. Ma tutti contenti. C’è però un personaggio che fa più fatica di tutti, anche se è forte, anche se è il più vicino, ed è l’asina (Matteo 21,2), su cui hanno steso i mantelli, su cui è salito Gesù. Chi sente tutto il peso di quell’uomo da portare su per l’erta che sale dal torrente Cedron verso il tempio e si stanca, è l’asina.

È la più vicina a Gesù eppure quella che fa più fatica. Così anche noi quando facciamo fatica, quando sentiamo il peso delle cose di Dio, forse questo accade perché siamo molto vicini al Signore, stiamo portando lui e insieme il peso del cielo sopra di noi, con le sue nuvole scure da spingere più in là. L’importante è continuare».

La croce è il punto più basso dove Dio viene ad incontrare l’uomo. Dalla ferita del suo cuore scaturisce l’Amore nuovo e perfetto, l’Amore verso di me, verso di te, verso ciascuno; e proprio per questo ho la certezza di non essere mai abbandonato perché da quella Croce, da quelle braccia spalancate, arriva il dono più grande: la vita di Dio!

Buona settimana santa. Don Stefano

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