La Parola di Dio

Al discepolo è affidato un compito, non garantito il successo

Inoltre è da considerare pure che per il discepolo in missione Gesù prevede anche il rifiuto da parte di coloro a cui è inviato: al discepolo è affidato un compito, non garantito il successo!

L’evangelista Marco mentre tratteggia la figura di Gesù delinea pure la figura del discepolo (6,7-13).

Quando Gesù parlava e agiva c’era tanta gente che ascoltava e vedeva il suo operato; la folla era incuriosita e talvolta stupita di fronte alle sue opere, sì lo ascoltava ma non andava oltre. Il discepolo invece ascolta, crede e si stacca dalla folla per mettersi al seguito del Maestro. La folla ascolta e poi torna a casa, il discepolo rimane, fa vita comune e itinerante con Cristo.

Ma per il discepolo c’è di più, e questo è il centro della pagina del Vangelo di oggi: il discepolo è inviato in missione. Gesù «li mandò», sono inviati da Dio e non per decisione propria, mandati per un progetto in cui il discepolo è coinvolto, ma di cui non è il regista.

Sconvolgenti infatti sono le condizioni necessarie alla missione: «né pane, né sacca, né denaro nella cintura, calzare solo i sandali e non portare due tuniche». Libertà e leggerezza! Infatti un discepolo appesantito dai bagagli diventa lento e sedentario, incapace di cogliere la novità di un Dio che cambia la vita, pigro e attaccato alle proprie sicurezze.

Inoltre è da considerare pure che per il discepolo in missione Gesù prevede anche il rifiuto da parte di coloro a cui è inviato: al discepolo è affidato un compito, non garantito il successo!

E noi, discepoli di oggi? Quando ci attardiamo a procurarci mezzi sofisticati e costosi, quando ci affanniamo a dotarci di consensi, di appoggi, di sostegni l’insuccesso è certo. Il Signore è vicino e sostiene gli operai del Vangelo che si affidano completamente a lui, e solo per loro l’annuncio sarà fecondo!

Buona Domenica. Don Stefano.

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