La Parola di Dio

Gesù risorto che si mostra ai suoi discepoli

In queste Domeniche pasquali la liturgia presenta Gesù risorto che si mostra ai suoi discepoli: vuole che vedano e, più che altro, comprendano pienamente l’accaduto.

Oggi ci è offerto il brano di Luca (24,35-48) in cui viene narrata un’apparizione del Risorto ai suoi cari. Essi avevano già veduto il sepolcro vuoto, avevano saputo dell’annuncio degli angeli al sepolcro e delle donne prime messaggere…  anche i due di Emmaus erano venuti a raccontare la loro esperienza. Però ancora prevale il timore!

Anche quando Gesù si presenta, nonostante che porti il dono della pace, loro “sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma”. Sarà Gesù a tentare di placare le loro paure, dicendo: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?”. Ma anche questa esortazione non risulta sufficiente, tantoché essi gioiscono ma ancora non riescono a credere: “Per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore”. Non è facile credere nel Risorto; persino la gioia è presentata da Luca come una ragione che, se pure in modo diverso dalla paura, rende increduli.

Quando si apriranno alla fede? Quando si aprono all’ascolto!

Il Signore entra nella nostra storia non quando vediamo, tocchiamo, mangiamo con lui … ma solo quando apriamo la nostra “mente a comprendere le Scritture”: a salvarci non è la visione, come saremo portati a pensare, ma l’ascolto.

Anche i discepoli di Emmaus avevano camminato per qualche chilometro con lui senza averlo riconosciuto: il cuore cominciò a sciogliersi quando Gesù iniziò a spiegare mediante le Scritture tutto ciò ce si riferiva a lui.

Quando la Parola di Dio è ascoltata e accolta ci permette di rivivere la stessa esperienza degli apostoli diventando anche noi trasmettitori, come lo sono stati quelli che a noi hanno trasmesso l’esperienza della fede.

Nel nostro tempo è assai difficile “ascoltare”. Prima di tutto perché l’uomo crede già di sapere e il rifiuto all’ascolto chiude sempre più alla relazione; inoltre c’è da aggiungere che spesso si ascolta cosa ci pare e si recepisce attraverso i filtri dei nostri pregiudizi.

Se non ascoltiamo il Signore nel silenzio e nell’accoglienza più vera saremo discepoli vuoti, pieni di fantasie e di sogni, magari anche brillanti di bei discorsi, ma non testimoni.

Il Cristo risorto non è solo da annunciare ma da rendere credibile!

Buona Domenica. Don Stefano

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