Il Signore continua a parlarci coi suoi messaggi, racchiusi in queste pagine del Vangelo. Questo dialogare settimanalmente col Signore diventa un appuntamento che non possiamo trascurare, se davvero riteniamo importante la sua presenza nella nostra vita.

Oggi attraverso l’evangelista Luca ci racconta una piccola parabola “sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai” (18,1-8).

Già, verrebbe subito da dire: com’è possibile? Quante volte ci siamo stancati perché le nostre preghiere sembravano non aver risposta! Quante volte ci saremo chiesti: Ma Dio esaudisce le nostre preghiere, sì o no? Una bella risposta l’ho letta in un libro di Bonhoeffer (teologo polacco, morto in Germania in campo di concentramento nel 1945), diceva: «Dio esaudisce sempre, ma non le nostre richieste, bensì le sue promesse», e il Signore mantiene sempre le sue promesse; magari ci chiede pazienza (che a noi sembra sempre troppa!). Ma nella vita di fede non c’è da dubitare, c’è da attendere i tempi di Dio.

Pregare è come voler bene. C’è sempre tempo per voler bene, infatti se ami qualcuno lo ami sempre, qualsiasi cosa tu stia facendo: ecco cosa vuol dire pregare sempre, senza stancarsi mai. Mai, anche quando sembra il Signore non ascolti, anche quando sembra che si sia dimenticato di noi … Infatti se ci ama di un amore paterno e materno come potrebbe dimenticarsi!

La breve parabola ci parla di una povera vedova, una bella figura di donna, fragile e indomita, che ha subìto ingiustizia ma non cede al sopruso; lei importuna continuamente il giudice per avere giustizia, non si arrende. Certo, entra in gioco la stanchezza, pregare con insistenza stanca, a volte il silenzio di Dio stanca…

Ma la parabola ci dice che la povera donna ottiene, grazie alla sua insistenza.

Pregare è aprire un canale in cui scorre l’ossigeno dell’infinito, riattaccare continuamente la terra al cielo, la bocca alla fontana. E’ come un bacio fra due persone che amano.

Buona Domenica. Don Stefano