La Parola di Dio

La preghiera

Gesù pregava? 

Certo che pregava e il Vangelo, in particolare quello di Luca, ci fa vedere spesso Gesù ritirato in luogo solitario a pregare. Ma cosa faceva? Come pregava, lui che era il Figlio di Dio?  La preghiera di Gesù era comunicazione del Figlio col Padre, era aprire sempre più relazione viva fra il Figlio e il Padre. Gli ebrei conoscevano le preghiere e le recitavano spesso, più volte al giorno, ma i discepoli vedono che Gesù prega in un’altra maniera e gli chiedono: “Signore, insegnaci a pregare!”. E Gesù, in risposta, non insegna nuove formule da recitare, non insegna nuove preghiere, insegna invece il suo modo di pregare perché sia così anche il nostro modo di pregare.

Insegna il “Padre nostro”, ma inizia così: “Quando pregate dite: Padre”. E qui potrebbe bastare, ha già detto tutto, ha detto una cosa scandalosa per i suoi tempi chiamando Dio, per gli ebrei innominabile tanto era lontano, con un appellativo estremamente familiare. Noi, in lingua italiana, traduciamo “Padre”, in realtà è il termine confidenziale con cui i figli chiamano il genitore, noi diremo semplicemente “babbo” o, come alcuni bambini ben educati, “Papy”. Dio pur lontano è quantomai vicino, è parte della nostra famiglia, è casa nostra, è babbo!

Questo è la preghiera: avere rapporto vivo, semplice e familiare con Dio.

Gli esempi che seguono sono per chiarire il rapporto del Padre coi suoi figli. Come quel tale che va dall’amico a chiedere dei pani nel cuore della notte.

Quando preghiamo ci rivolgiamo ad un amico, e lo facciamo per chiedergli qualcosa per sfamare gli ospiti della nostra vita, non per vincere alla lotteria. La preghiera infatti non è una lista della spesa, non un tentativo di corruzione, non una litania portafortuna. Ecco l’errore di tanta gente: concepire la preghiera come una serie di formule bene auguranti, ma la preghiera è fatta anzitutto di ascolto, l’ascolto di Dio, e di intercessione, intercessione per il mondo, non per i miei bisogni.

Forse anche noi abbiamo bisogno di imparare a pregare. Di trovare il tempo, o meglio il desiderio, per pregare: spegnendo il cellulare e isolandoci. Di trovare un luogo: la camera, l’autobus, la pausa pranzo. Nel mio Duomo talvolta trovo alcuni (pochi) autisti di pullman a pregare perché hanno la sosta obbligata alla stazione e ne approfittano per incontrare il Signore anziché stare al bar a bere e guardare l’orologio La preghiera infatti ha bisogno anche di trovare una parola da ascoltare: meglio se il Vangelo del giorno, da leggere con calma e assaporare.

Il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!”, è quello Spirito che ci permette di vivere la vera e profonda relazione col Padre.

Chiedere sì, ma non ciò che vogliamo ma ciò di cui abbiamo bisogno.

Allora: chiedere la sua presenza, lo Spirito Santo, perché è proprio di lui che abbiamo bisogno.

Buona Domenica. Don Stefano

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