La Parola di Dio

Prenda la sua croce e mi segua!

Non ci sono due vie, una per Gesù e una per la Chiesa, ma una sola: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua!».

Il brano di questa domenica ci fa vedere Gesù che cammina in strada coi suoi discepoli e, cammin facendo li interrogava (Marco 8,27-35). Gesù fa domande, stare con lui ci interroga, stimola risposte, e queste sue domande funzionano come punto di incontro fra noi e lui.

La gente chi dice che io sia?”. Non è un semplice sondaggio per misurare la sua popolarità, piuttosto vuol capire che cosa del suo messaggio ha raggiunto il cuore.

Ecco le risposte: “Giovanni Battista”, cioè un maestro restauratore di costumi; “Elìa”, cioè l’uomo forte che abbatte idoli e falsi profeti; “Uno dei profeti”, cioè l’eco di antichi messaggi profetici. Ma Gesù non è niente di tutto questo, non è niente del passato, è la novità in cammino. Ecco allora che arriva agli apostoli la domanda diretta: “Ma voi chi dite che io sia?”. Dopo attimi di imbarazzo, risponde Pietro: “Tu sei il Cristo!”. Bravo Pietro, riconosce con chiarezza che Gesù è il Messia. Tuttavia c’è un altro passo da compiere: dire che Gesù è Messia è esatto ma incompleto, c’è sempre il pericolo di pensare la sua messianicità secondo il pensiero umano.

Ecco la seconda parte del brano, quando Gesù mostra la vera realtà del Messia, cominciando a parlare della sua sofferenza e della sua morte. Ma Pietro come fa ad accettare un Messia perdente? Il Messia atteso per secoli non poteva essere un Messia sconfitto! Pietro allora contesta le parole di Gesù, e il Maestro rimprovera Pietro ricordandogli il suo essere discepolo.

E’ facile fare i sapienti illudendoci di aver capito: solo Gesù insegna e solo nel seguirlo si scopre la vera identità del Messia.

Dopo aver fugato la tentazione di essere un Messia alla maniera umana, come pensava Pietro, Gesù si rivolge ai discepoli e alla folla, e con molta chiarezza propone loro il suo stesso cammino. Non ci sono due vie, una per Gesù e una per la Chiesa, ma una sola: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua!».

Seguire Gesù vuol dire avere il coraggio di affrontare cammini difficili, vuol dire perdere la propria vita per consegnarla a lui, come lui ha consegnato la sua nelle braccia del Padre; se invece vogliamo tenere la nostra vita per noi ci ritroveremo sempre lì, soli con noi stessi.

Anche noi siamo davanti a questo bivio: seguire il Messia nella strada che lui percorre oppure pretendere che segua le nostre strade, spesso illusorie e inconsistenti. Vogliamo, come Pietro, un Messia di comodo oppure ci adoperiamo per cambiare la nostra idea di Messia per abbracciare la sua per percorrere il vero cammino?

Buona Domenica. Don Stefano.

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