Questa Domenica è dedicata al Sacramento del Corpo e Sangue del Signore, conosciuta come “Corpus Domini”.

L’esperienza di Dio in Gesù si fa concreta, si fa tangibile: lui non è un fantasma! Ricorderete quando gli apostoli quella mattina, all’alba, lo videro sulle rive del lago ed ebbero paura credendo di vedere un fantasma. Gesù parlò loro dicendo: “Non abbiate paura, sono io!”. Lui c’è e la sua presenza è reale, concreta, come le nostre esigenze primarie. Da quando siamo piccoli il nostro primo bisogno è mangiare e bere: Dio per noi è tutto questo.

Anche le parole che l’evangelista usa (Marco 14,12-16.22-26) sono semplici e dirette: “prendete, ascoltate, venite, andate, partite; corpo e sangue”.

“Prendete!”: verbo chiaro e preciso, gesto semplice e significativo che fa già vedere mani che si aprono e si tendono. Gesù non chiede agli apostoli di adorare, contemplare, venerare quel pane spezzato, chiede molto di più: chiede di essere preso fra le mani come dono preziosissimo, di essere in bocca come il pane e nelle vene come il sangue, di partecipare alla nostra più profonda intimità.

Vuole compenetrare in noi perché nel nostro cuore metta radici il suo coraggio di vivere, perché possiamo rispecchiarci uno nell’altro e condividere la stessa vocazione: non andarcene da questo mondo senza essere diventati pezzo di pane buono per la fame, la gioia e la forza di qualcuno.

Ci ripete i suoi due comandi, raddoppiati: “Prendete e mangiate ….. Prendete e bevete!”

A cosa serve un pane se non per essere mangiato e un vino se non per essere bevuto?

A cosa serve un Dio chiuso nel tabernacolo, da esporre ogni tanto alla venerazione e all’incenso?

Gesù non è venuto nel mondo per creare nuove liturgie, ma figli liberi e amanti, vivi della sua vita: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui”.

Il mio Dio mi cerca, mi vuole e ancor prima che io dica: “Ho fame””, lui mi ha già detto: “Prendi e mangia”.

Un Dio così non si marita, si accoglie.

Buona Domenica. Don Stefano