La Parola di Dio

Tutti i giorni, fino alla fine del mondo

A lui basta che siano venuti all’appuntamento fissato perché sa bene che se anche scompare dalla loro vista non scompare certamente dalla loro vita: è con noi “tutti i giorni, fino alla fine del mondo!”.

Siamo alla Domenica dell’Ascensione, quando Gesù lascia i suoi discepoli per tornare al Padre (Matteo 28,16-20).

Il Risorto dà appuntamento ai suoi ed essi vanno “sul monte che Gesù aveva loro indicato”; lì Gesù lascia le consegne alla sua prima e piccola comunità: la Chiesa nascente.

La fede, prima ci chiede di credere che il Dio invisibile si è fatto uomo, ora ci chiede di credere che il Dio accessibile si consegna nelle fragili mani di uomini peccatori e incoerenti! Questa piccola comunità infatti è visibilmente segnata dal limite umano: quando videro Gesù “dubitarono”, loro che avevano fatto esperienza viva del Risorto, come poter ancora dubitare?!

Inoltre l’evangelista all’inizio del racconto precisa il fatto che “gli undici discepoli andarono in Galilea …”, mettendo in risalto la defezione del dodicesimo: si parte un po’ zoppi, qualcuno manca, si è defilato.

Ma in questo deve coglierci lo stupore! Il Signore a questi pochi discepoli, carichi di debolezze e di limiti, lascia un compito enorme, mostra una fiducia immeritata: affida alle loro mani il suo Regno!

A lui basta che siano venuti all’appuntamento fissato perché sa bene che se anche scompare dalla loro vista non scompare certamente dalla loro vita: è con noi “tutti i giorni, fino alla fine del mondo!”.

Non è andato lontano o in alto ma si è rifugiato dentro l’uomo, non al di là delle nubi ma al di là delle forme e da dentro di noi preme, spinge e continua ad offrire scintille di risurrezione, perché la nostra vita e la vita della Chiesa intera possa volare ad alta quota grazie al respiro di quel Dio che vive in noi. 

Buona Domenica. Don Stefano.

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