La Parola di Dio

Il dono di sé stesso

Si diceva “Il Corpus Domini”, oggi si chiama “Solennità del Corpo del Sangue di Cristo” è comunque la festa del dono di Gesù all’umanità: il dono di sé stesso (Giovanni 6,51-58).

A questa festa associamo sempre l’Eucaristia, infatti Gesù ha scelto il pane, il segno che indica tutto ciò che fa vivere, perché egli vuole la nostra vita.

Ma domandiamoci: Cosa andiamo a fare alle nostre celebrazioni domenicali? Ad adorare il Corpo e Sangue del Signore? Celebriamo Cristo che si dona, Corpo spezzato e Sangue versato?

Certamente non è la festa dei tabernacoli aperti, dei calici dorati o degli ostensori con i raggi intorno.

Oggi è la festa del “Prendete e mangiate, prendete e bevete” il dono preso, il pane mangiato. Come indica il Vangelo di questa Domenica, che si struttura interamente attorno ad un verbo semplice e concreto “mangiare“, ripetuto per sette volte e ribadito per altre tre insieme a “bere“.

Gesù non sta parlando direttamente del sacramento dell’Eucaristia ma del sacramento della sua esistenza, che diventa mio pane vivo quando la prendo come misura, energia, seme, lievito della mia umanità.

Il suo dono va accolto, assunto, mangiato e bevuto perché possa diventare in me energia, caloria, forza di vita. Gesù infatti desidera che nelle mie vene scorra il flusso caldo della sua vita, che nel cuore metta radici il suo coraggio, perché possiamo vivere l’esistenza umana come l’ha vissuta lui.

Mangiare e bere la vita di Cristo non si limita alle celebrazioni liturgiche, ma si dissemina sul grande altare del mondo.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui”. Determinante è la piccola preposizione “in“, questa dà il senso dell’intimità, dell’innesto nella ricchezza del mistero di Cristo.

Qui si realizza il miracolo, il batticuore, lo stupore: diventiamo una cosa sola e, proprio come Lui, anche noi bobbiamo diventare almeno un pezzo di pane buono per qualcuno.

Buona Domenica. Don Stefano.

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