La Parola di Dio

Il seminatore uscì a seminare

Questa parabola che oggi ci è proposta apre il capitolo 13 del Vangelo secondo Matteo. E’ conosciuta come la parabola del seminatore ed è la prima parabola, nel senso che tutte le altre prendono da questa il senso e il motivo; infatti il seme che viene gettato nel terreno è la parola di Dio e il terreno siamo noi, capaci di far crescere o soffocare quel seme.

Il primo personaggio che compare è il seminatore. Non “un” seminatore ma “il” seminatore uscì a seminare ….  Questo grande seminatore inizia il suo lavoro; colpisce il fatto che non fa distinzione fra terreno e terreno, sparge il seme dappertutto, sul terreno buono e sul terreno cattivo. Poi butta il seme senza risparmio, a piene mani. Certamente la semina è una scommessa, è fiducia totale in quel che può accadere, senza alcuna garanzia, è affidamento, rischio.  Questo seminatore spera anche nei sassi, nelle spine, nel calpestio della strada …  è proprio un sognatore che vede vita e futuro ovunque, convinto che persino la sterpaglia possa trasformarsi in giardino. E questo è proprio quello che Dio fa con l’uomo, abbracciando l’imperfezione del nostro campo!

La figura del seminatore però appare solo all’inizio e poi scompare: il vero protagonista è il seme che è in scena dall’inizio alla fine, insieme ai diversi terreni dove si trova a cadere.

Possiamo pensare ai diversi terreni come alle diverse situazioni in cui mi trovo quando Dio si rivolge a me: talvolta faccio finta di nulla, talvolta trovo pretesti, talvolta dico di non aver capito e mi lascio scivolare tutto di dosso. E lui continua a credere che io sia ancora capace di aprirmi ad accoglierlo. Per quanto ferito e malconcio, in me c’è sempre una fenditura in cui il suo seme può attecchire: lo attesta il ladrone dell’ultima ora, lo testimonia quel terreno incolto del centurione pagano che lo riconosce come Figlio di Dio, lo possono ripetere Zaccheo, la samaritana … fiori fra le rocce!

Anche il mio cuore, con tutti i limiti del mondo, è un pugno di terra capace di dare vita ai semi di Dio.

Mi piace davvero questo sguardo di Dio che vede tra spine e rovi, tra strade e sassi, un pezzetto di terra capace di accogliere e fiorire, dove il piccolo germoglio alla fine porterà frutto.

Buona Domenica. Don Stefano

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