La Parola di Dio

La conversione del cuore

Il battista

Anche in questa Domenica di Avvento ci viene presentata la figura del profeta Giovanni, il battista (Mt. 11,2-11); un Giovanni però diverso da quello che abbiamo considerato Domenica scorsa.

Nel brano di Domenica scorsa Giovanni annunciava la parola, alzando la voce dal deserto della Giudea e invitando ad andare al battesimo per la conversione del cuore.

Nel suo annuncio delineava la figura di un Messia forte, quasi spietato, che avrebbe tagliato gli alberi infruttiferi e diviso fra grano e paglia per bruciare quest’ultima con un fuoco inestinguibile!

Era questa l’idea del Messia, atteso proprio per ristabilire la giustizia, separando i cattivi dai buoni, i peccatori dai santi.

Gesù invece non sta facendo tutto questo, ma mangia con i peccatori, tocca gli impuri, si mette spesso contro le tradizioni religiose del suo tempo e non sembra abbia portato quella rivoluzione da tutti attesa.

Gesù in fondo sembra un debole di fronte ai problemi del mondo, e più passa il tempo più sembra allontanarsi la definitiva vittoria terrena del Regno di Dio, che scaccia gli occupanti romani e ristabilisce la sovranità del popolo eletto.

Ecco che Giovanni, trovandosi in carcere a causa della sua missione, dopo aver dato la vita nel predicare il Messia, adesso si sente come frustrato, è sconcertato, e manda a dire a Gesù: ”Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”.

Dio ci spiazza sempre, è sempre diverso da come ce lo immaginiamo. Anche le persone che, come Giovanni, vivono la radicalità della fede, rischiano di costruirsi un Dio a propria immagine e somiglianza.

Noi siamo abituati, come Giovanni, a dividere il mondo in buoni e cattivi, i buoni (noi!) da salvare e i cattivi da punire, per rimettere un po’ in sesto il palese squilibrio di questo mondo, che premia gli arroganti e bastona i giusti.

Gesù ci spiazza svelandoci che Dio, invece, divide il mondo in chi ama, o cerca di amare, e chi no. E l’amore è una possibilità immensa, l’unica cosa che tutti ci lega.

Gesù elenca i segni messianici profetizzati da Isaia e manda a dire a Giovanni: “Guardati intorno, osserva i frutti dell’amore: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo!”.

Anche noi guardiamoci attorno e riconosciamo i segni della presenza di Dio: quanti amici hanno incontrato Dio, gente disperata che ha convertito il proprio cuore, persone sfregiate dal dolore che hanno imparato a perdonare, fratelli accecati dall’invidia o dalla cupidigia che hanno messo le ali e ora sono diventati una benedizione per i fratelli.

Che sia questo il nostro problema principale? Una miopia interiore che ci impedisce di godere della nascosta e sottile presenza di Dio? Prepararsi al Natale significa allora convertire lo sguardo, accorgersi che il Regno avanza, è presente e che io posso renderlo sempre più presente.

Buona Domenica. Don Stefano.

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