La Parola di Dio

La più grande avventura della storia dell’umanità inizia così

Semplicemente chiama: “Venite dietro a me”. La più grande avventura della storia dell’umanità inizia così!

Gesù inizia la sua vita pubblica: si era tuffato nell’umanità ed ora comincia a nuotare per rendere viva la sua presenza in mezzo agli uomini (Mt 4,12-23). Ma in che modo inizia la sua missione? Le attese del Messia erano tali da aspettare un saggio magari uscito da qualche importante scuola rabbinica di Gerusalemme, un uomo forte come un leone, un profeta rivoluzionario tanto da sollevare il popolo contro gli invasori pagani …. Gesù invece si presenta molto semplicemente, mite come un agnello, venuto dalla bottega di un falegname di Nazaret e va reperire discepoli fra i pescatori del lago. Decide di iniziare la sua missione in quella terra che il profeta Isaia aveva definito terra avvolta dalle tenebre, quella Galilea terra di frontiera, incrocio di genti diverse e pagane; a Cafarnao sulla via del mare, una delle strade più battute da mercanti ed eserciti, zona di contagio, di contaminazioni culturali e religiose. Ebbene, Gesù sceglie questa terra e questa gente, comincia in modo del tutto originale. Non si preoccupa di riformare le liturgie del tempio o rinnovare le scuole rabbiniche, ma va ad incontrare la gente comune.

Ma come sarà bravo questo Dio, che dà la precedenza alla vita quotidiana e spicciola dell’uomo!

Non presenta un piano pastorale, una strategia studiata per la circostanza, semplicemente chiama: “Venite dietro a me”. La più grande avventura della storia dell’umanità inizia così!

Cosa avranno visto Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni negli occhi di Gesù? É bastata una parola e hanno lasciato tutto per camminare con lui. Cosa c’era in quello sguardo, in quella voce, in quel sorriso tanto da abbandonare tutto per seguirlo?

E poi, cosa mancava ai quattro pescatori per convincerli a mollare barche e reti e a rischiare di perdere lavoro e affetti? Avevano una piccola azienda di pesca, una casa, la famiglia, la sinagoga, la salute, la fede, tutto il necessario per vivere, eppure in quella voce hanno percepito qualcosa di grande, qualcosa che andava al di là del loro mondo. Loro sapevano a memoria le migrazioni dei pesci, le rotte del lago, ma Gesù offre la mappa del mondo e del cuore: non c’è più da pescare pesci, c’è da toccare il cuore della gente.

Noi diciamo: “Bravi quei pescatori, hanno fatto proprio bene!”, ma dimentichiamo che tutto questo vale anche per noi, per noi che talvolta siamo sordi a quella Voce, per noi che facciamo prima i conti per  i nostri interessi e forse dopo rispondiamo.

Loro hanno lasciato tutto e hanno trovato molto di più!

Buona Domenica. Don Stefano

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