La Domenica dopo la Pentecoste ci è proposta la festa della Santissima Trinità e il brano di Vangelo offerto è Giovanni 16,12-15.
Gesù, vedendo i limiti dei suoi discepoli, durante l’ultima cena, annuncia loro la venuta dello Spirito Santo: egli infatti “prenderà da quel che è mio e ve l’annuncerà”.
Che cos’è questo “mio” di Gesù che ci è annunciato? Tutto quello Gesù possiede viene dal Padre e dal Padre attraverso il Figlio ci è donato nello Spirito Santo.
Gesù e il Figlio amato dal Padre, suo compito è stato quello di far conoscere agli uomini che Dio è prima di tutto Amore! Lo Spirito Santo ci dona l’Amore di Dio e ci guida nel cammino per conoscerlo e possederlo sempre di più. Quand’è che non riusciamo a vedere e capire l’Amore di Dio? Quando non entriamo dentro questo Amore ma ci fermiamo a considerare Dio solo dall’esterno.
Dio ci insegna come entrare nell’Amore: fare come lui. Egli infatti è un Padre che ama, un Figlio che è amato, e lo Spirito Santo che unisce i due nell’Amore.
Dio prima di essere eterno creatore, onnipotente, onnisciente… è semplicemente Amore.
E noi siamo fatti a sua immagine, un’immagine che non somiglia “fisicamente” a Dio, che non riprende i suoi tratti somatici … un’immagine impressa nel nostro cuore, desideroso di amore vivo e dinamico, in cui possiamo trovare il senso della nostra vita.
Lo Spirito Santo è lo Spirito dell’Amore che fa rendere comprensibile Dio anche oggi, non come dato mentale per pochi eletti studiosi, ma come esperienza di vita che è possibile a tutti, dal più dotto al più ignorante.
“Dio non ci ama perché siamo buoni e belli, ma ci rende buoni e belli perché ci ama” (San Bernardo).
Buona Domenica. Don Stefano.