La Parola di Dio

L’attesa

La parabola che oggi ci viene proposta è conosciuta come quella delle “vergini stolte e delle vergini sagge”, che Matteo ci racconta (25,1-13). Questa parabola fa parte del discorso che Gesù tiene riguardo ai tempi ultimi, perché si mantenga viva la certezza del suo ritorno.

Nell’attesa è necessario essere pronti ad ogni evenienza, anche al ritardo:c può essere lunga ma la tensione dell’animo non deve mai affievolirsi. Infatti non è la vicinanza o la lontananza della scadenza che rende importante il tempo; Il tempo, lungo o breve che sia, è importante perché ogni istante è decisivo.

Gesù paragona il Regno di Dio a dieci ragazze che sfidano la notte armate solo di un po’ di luce, di quasi niente, per andare incontro a uno sposo, ma ahimè … il ritardo, la stanchezza, la sonnolenza possono portare tutti a momenti di abbandono, forse a mollare. La parabola allora ci conforta: verrà una voce a svegliarci, verrà sicuramente e verrà nel mezzo della notte proprio quando sembrerà di non farcela più. Però anche nella stanchezza e nella sonnolenza è importante che ci sia l’olio nel lume perché sarà quello a fare la differenza: una vita spenta o una vita accesa. Matteo usa due aggettivi per definire quelle giovani: “stolte” e “sagge”. L’evangelista ha già uniti insieme questi due aggettivi nella parabola delle due case (6,24-27): saggezza è costruire sulla roccia, stoltezza è non avere ciò che illumina, è ascoltare senza mettere in pratica, è riempire la nostra vita di cose inutili che per un attimo ci illuminano come un fuoco artificiale e poi ci lasciano nell’oscurità, ciechi. Se non ci alleniamo nell’amore la nostra vita è spenta, secca e triste.

È significativo anche un altro tratto della parabola, cioè l’impossibilità di avere in extremis l’olio necessario: l’incontro col Signore va preparato prima. Non è cosa che si possa rimediare all’ultimo momento. La furbizia di chi pensa di cavarsela all’ultimo momento non serve.

Allora abbiamo capito che il vero protagonista di questo brano non è lo sposo e neppure la sposa (che tra l’altro non è nemmeno nominata) e neanche le dieci vergini sono le protagoniste di questo testo. L’unico indiscusso protagonista è l’olio. Può sembrare strano, ma è proprio così.

Devo avere sempre con me il vasetto dell’olio, la riserva di sapienza che mi fa credere alla festa del Regno di Dio, che mi fa credere che in fondo ad ogni notte mi attende un abbraccio.

Buona Domenica. Don Stefano

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