La Parola di Dio

Pregare sempre, senza stancarsi mai

Oggi ci viene presentata una piccola parabola di Gesù e l’evangelista Luca nel metterla per scritto commenta: “sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai” (18,1-8).

E’ la storia di una povera vedova (le vedove al quel tempo erano donne ridotte alla miseria), questa vedova era battagliera perché ogni giorno si recava dal giudice a chiedere giustizia contro il suo avversario. Il giudice era malvagio e corrotto e non gli interessava di nessuno; costringeva la povera donna a recarsi da lui ogni giorno a chiedere giustizia. Alla fine, anche se non per amore e per dovere ma solo per l’insistenza continua della donna, il giudice le fece giustizia.

E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Vi dico che farà loro giustizia prontamente”.

Bello tutto questo, ma come è possibile pregare sempre, senza stancarci mai? E se questa è la condizione necessaria per ottenere giustizia, ma come si fa? Sembrerebbe che il Signore esigesse da noi di mettere tutto da parte per impiegare il nostro tempo nella preghiera! Come si fa allora a lavorare, a studiare, a incontrare la gente, a mangiare, a dormire …?!  Pregare sempre non vuol dire ripetere formule senza smettere mai: Gesù stesso ci ha detto di non moltiplicare tante parole, giacché il Padre sa già le nostre cose!

Pregare è come voler bene: se ami qualcuno lo ami giorno e notte, senza smettere mai. Basta solo evocare la persona amata che subito cambia tutto nella mente e nel cuore. “Il desiderio prega sempre anche se la lingua tace. Se tu desideri sempre, tu preghi sempre” (S. Agostino). La donna incinta, anche se non pensa in continuazione alla creatura che vive in lei, diventa sempre più madre a ogni battito del cuore. Ecco perché diventa possibile pregare sempre, senza stancarsi mai!

Chiarito il concetto di preghiera, riamane un altro problema: nell’insistenza della povera vedova è racchiuso tutto il disagio dei buoni e degli onesti che hanno l’impressione che Dio, anziché intervenire, lasci andare le cose come vanno. Se Dio è un padre amorevole, perché le disgrazie? Se è giusto, perché l’ingiustizia nel mondo? La risposta che viene dalla parabola è questa: continuare a pregare con insistenza e fiducia perché l’intervento di Dio è certo; non soltanto certo ma pronto (“Io vi dico che farà giustizia prontamente”).

L’evangelista conclude questa pagina in modo sorprendente. Il problema vero e proprio non è che Dio faccia giustizia sulla terra, perché questo è certo. Il problema vero e scottante è un altro: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”.

Buona Domenica. Don Stefano.

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