La Parola di Dio

Ritorno a Nazareth

Oggi Gesù ci invita a rivisitare la nostra fede, considerando l’episodio del suo ritorno a Nazareth

Dopo aver raccontato ed esaltato la fede del capo della sinagoga e della povera donna ammala (Domenica scorsa), oggi Gesù ci invita a rivisitare la nostra fede, considerando l’episodio del suo ritorno a Nazareth dove, in giorno di sabato, si mette ad insegnare nella sinagoga (Mc 6,1-6). Nazareth era il suo paese di origine, a Nazareth abitava Giuseppe e pure Maria e, essendo un piccolo paese, tutti si conoscevano.

Gesù è accolto bene nel suo paese ed anche quando prende la parola nella sinagoga tutti lo ascoltano con ammirazione. Però non tutto corre liscio, entrano in gioco dei fattori psicologici che fanno passare gli ascoltatori di Gesù dallo stupore iniziale allo scandalo: quando si rendono conto che quella Parola li spinge a rivedere se stessi, la propria fede in un Dio che non è statico e immobile (come gli dèi pagani) ma un Dio che provoca e incita al rinnovamento della vita, quando si tratta di aderire o rifiutare quel messaggio di provocazione allora ecco la presa di distanza. Si chiedono da dove provengano la sua sapienza e la sua potenza, è uno come loro, la sua famiglia è di origine modeste, non è possibile che sia come appare ….: ecco lo scandalo! La parola “scandalo” significa ostacolo alla fede, qualcosa che impedisce ragionevolmente di credere. Ciò che impedisce ai nazaretani di credere è proprio la persona di Gesù, la sua concreta fisionomia, le sue umili origini, il suo modo umile di apparire fra noi. E’ vero, la presenza di Dio non dovrebbe essere più clamorosa, eclatante? Come è possibile che un inviato di Dio si presenti nelle vesti di un falegname?

Risultato: non gli credono! E Gesù “si meravigliava della loro incredulità!”.

L’incredulità non consiste soltanto nella negazione di Dio ma anche nell’incapacità di riconoscere Dio nell’umiltà dell’uomo Gesù. Dio è certamente grande, ma spetta a lui scegliere i modi di manifestare la sua grandezza, a noi la saggezza di saper riconoscerlo al di là dei preconcetti del nostro immaginario.

Insomma: i suoi compaesani, proprio perché pensavano di conoscerlo bene, non lo riconoscono!

E Gesù, che ha calmato tempeste, scacciato demoni, risuscitato morti … contro l’incredulità dei suoi compaesani non può fare nulla.

Anche noi chiama a rinnovare la nostra fede, a lasciarci sorprendere dal mistero dell’amore eterno che si è fatto carne, uomo tra gli uomini, scandalo e bellezza della fantasia eterna del Padre.

Buona Domenica. Don Stefano.

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