La Parola di Dio

Santa Famiglia di Nazaret

La Domenica dopo Natale è dedicata alla Santa Famiglia di Nazaret, la famiglia dove nasce il Signore, accolto dalle braccia della vergine Maria e dallo sguardo stupefatto di Giuseppe.

Il Vangelo ci propone un episodio vissuto da questa santa Famiglia, la presentazione al tempio del Bambino, come prescriveva la legge d’Israele (Lc 2,22-40).

Giuseppe e Maria portano il Bimbo al tempio perché “Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore” ordinava la legge, con l’obolo di un capo di bestiame da offrire in sacrificio: la santa Famiglia presenta l’offerta dei poveri, cioè due colombi. Maria e Giuseppe hanno inteso dimostrare la loro piena appartenenza al loro popolo anche nell’esemplare adempimento dei doveri religiosi.

Ma la parte maggiore e imprevista dell’episodio è data dall’incontro, durante il rito nel tempio, con il vecchio Simeone (“uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele”) e con una donna molto anziana, Anna, la quale, ormai vedova, serviva Dio nel tempio (“non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere”). Prima l’uno e poi l’altra levano lodi a Dio, perché riconoscono nel Bambino il Messia annunciato dai profeti come il Salvatore.

Molto significative in proposito sono le parole di Simeone, il quale delinea il futuro del Bambino, riconoscendo come venuto a portare la salvezza per tutti i popoli, superando l’ottica ristretta di quanti pensavano a Dio come esclusivo di Israele. E poi annuncia la triste esperienza del dolore a cui andrà incontro Gesù e da cui non sarà esente Maria.

Simeone e Anna, due vegliardi che aspettavano con ansia la venuta del Salvatore, prendono in braccio quel Bambino e lo tengono per qualche momento stretto a sé.

Vi sarà capitato di prendere in braccio un bambino! Se avete gli occhiali, come prima cosa il piccolo allunga le mani e toglie gli occhiali dal volto: lo fanno tutti i bimbi!

Prendiamo anche noi il Signore fra le braccia e lasciamo che tolga da noi quegli occhiali che ci impediscono di vedere bene la realtà, che ci spogli di tutte le sopravvesti che mascherano la nostra vera identità, che ci liberi dai condizionamenti che alterano la nostra vita vera.

Come Maria e Giuseppe, magari con la misera offerta dei poveri, affrettiamoci a ospitare Gesù perché ci alleggerisca e ci abiliti a camminare con lui dalla croce alla risurrezione, dalla vita terrena all’eternità beata.

Buona Domenica e buon Anno! Don Stefano.

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