La Parola di Dio

Se tu conoscessi il dono

L’acqua che io darò diventerà sorgente d’acqua che zampilla …!

L’episodio che il Vangelo ci presenta in questa Domenica di Quaresima è l’incontro fra Gesù e una donna di Samaria: un incontro fra i più significativi (Gv. 4,5-42).

Intanto si nota come Gesù rompe senza problemi gli schemi e le usanze del suo popolo: parla con una donna e per di più con una donna samaritana.

Sì, parlare con una donna in pubblico era cosa disdicevole, perfino i mariti per la strada non rivolgevano parola alla moglie ma sono nell’intimità della casa; poi la gente della Samaria era considerata dai pii giudei come una razza che aveva tradito la purezza della fede, attraverso il contatto coi popoli pagani: samaritani e giudei vivevano in stato di permanente ostilità.

Per aggiungere anche altro, si capisce che questa samaritana era pure una donna dai costumi molto “facili e leggeri”.

Ma Gesù che cosa voleva da questa donna? Sì, le chiede da bere perché aveva sete, ma la sete di Gesù è la sete di amore da far vivere nel cuore di tutti.

Questa donna senza nome e dalla vita fragile è l’umanità, la sposa che se n’è andata dietro ad altri amori, e che Dio, lo sposo, vuole riconquistare.

Gesù infatti inizia il suo corteggiamento non rimproverando ma offrendo: “Se tu conoscessi il dono …!” ed anche: “L’acqua che io darò diventerà sorgente d’acqua che zampilla …!” Una sorgente intera in cambio di un sorso d’acqua.

Da parte di Gesù non ci sono rimproveri, non giudizi né consigli ma solo il desiderio di trovare quel buono che è ancora nascosto in fondo al cuore di quella vita accidentata.

Quando lei si accorge di tutto questo, lascia la sua anfora e va a portare la notizia ai suoi compaesani: da debole diventa forte perché sulle sue debolezze costruisce la sua testimonianza di Dio.

Un racconto che vale per ciascuno di noi.

Non temere le tue debolezze ma costruiscici sopra perché, incontrando l’amore di Dio, diventeranno pietre di fondamento per edificare il vero tempio: il cuore nuovo!

Buona Domenica. Don Stefano.

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