La Parola di Dio

Chi crede in Lui non è condannato

Chi crede in Lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio

Il brano del Vangelo che questa quarta Domenica di Quaresima ci propone è l’ultima parte del dialogo di Gesù con Nicodemo (Gv 3,14-21).

Chi era Nicodemo? Era un uomo autorevole, un membro del Sinedrio, uno di quelli “che contava” nella società di allora. Era venuto in contatto con il messaggio che Gesù stava portando ed era incuriosito, perché questo giovane Rabbì venuto dalla Galilea parlava in modo nuovo e interessante. Sarebbe stato criticato dai suoi colleghi, i benpensanti di Gerusalemme, se fosse stato visto a dialogare con Gesù, ormai diventato scomodo e dannoso per le guide del popolo; allora si reca da Gesù di notte per non essere veduto ed ascoltare il suo pensiero. Nicodemo, un uomo dalle idee confuse che cerca di capire! Ma il parlare di Gesù non chiarisce i suoi dubbi perché Gesù parla di “nuova nascita”, di “innalzamento” del Figlio dell’uomo alla maniera del serpente nel deserto al tempo di Mosè, di tenebre spesso preferite alla luce da parte di tanti uomini ….. Sono sicuro che Nicodemo tornò via ancora più confuso!

Allora quell’incontro notturno con Gesù non era servito a nulla? No, era servito come un seme che in seguito sarebbe sviluppato e maturato. Il Vangelo ci presenta nuovamente Nicodemo al momento della condanna e della morte di Gesù: quando i farisei vogliono arrestare Gesù sarà lui a prenderne le difese, con Simone d’Arimatea aiuterà a deporre il corpo del Signore dalla croce e condurlo al sepolcro, portando anche gli unguenti per le unzioni rituali.

Nicodemo a contatto con Gesù, nell’ascolto della sua parola, è veramente cresciuto nella fede fino a dare apertamente testimonianza, senza temere il giudizio di nessuno.

Questo brano di Vangelo ci vuol misurare con la fede, ci mette davanti a una decisione: o credere in Lui ed avere la vita oppure né fede né vita. Ma la fede non ce la facciamo da soli altrimenti rischieremo, come purtroppo tanta gente, di credere a qualcosa, di credere a modo proprio, di credere nel vago (= nel nulla) credendo di credere!!! La fede è affidarsi al Signore, capire il suo amore che si fa presente nella Chiesa e viverlo in comunione coi fratelli, proprio come ha fatto Lui.

Chi crede in Lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio”. Che cos’è questa “condanna”? E’ l’aver perso l’occasione di vivere, di vivere in pienezza.

Buona Domenica. Don Stefano

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