La Parola di Dio

La festa di Cristo Re

Oggi, ultima dell’anno liturgico, celebriamo la festa di Cristo Re e proprio in questa circostanza ci viene presentata una pagina di Vangelo che sembra del tutto fuori luogo, perché ci fa vedere un Gesù senza potere e senza gloria: è sulla croce, sembra più un vinto che non un vincitore (Lc 23,35-43).

Che fine ha fatto il Maestro di Galilea? Molti sono rimasti delusi, apostoli compresi.
Questo strano Re ha come trono la croce, la sua corona è di spine, non ha uno scettro ma gli viene posta una canna in mano, non porta abiti sontuosi ma è privato anche della tunica, non ha anelli luccicanti fra le dita ma mani trafitte dai chiodi, non possiede un tesoro ma viene venduto per trenta monete…
Chi si aspettava un Messia potente e vittorioso, non ha potuto fare altro che burlarsi del nazareno crocifisso. Chi si aspettava un Dio con la bacchetta magica che aggiusta i problemi degli uomini, ha cercato altrove un Dio fatto a sua misura. Chi si aspettava un riformatore delle liturgie del tempio, ha trovato una magra consolazione tra incensi e candele.
La grandezza del suo regno non è la potenza secondo il mondo ma l’amore di Dio. Proprio per questo amore Cristo si è abbassato fino a noi, ha abitato la nostra miseria umana conoscendo ingiustizia, tradimento, abbandono. Questo amore ha raggiunto i confini del mondo perché ogni uomo sofferente, tradito e abbandonato non si sentisse mai solo: lui è il volto umano di Dio e il volto divino dell’uomo.
Un assassino senza nome (noi lo chiamiamo il buon ladrone) è il primo a mettere in circuito lassù il sentimento della bontà, è lui che apre la porta di quell’amore incredibile. Proprio lui dice all’altro: “Non vedi che patisce con noi?”. Una grande definizione di Dio: Dio è dentro il nostro patire, crocifisso in tutti gli infiniti crocifissi della storia. Un Dio che entra nella morte perché là entra ogni suo figlio, un Dio che vuole essere con loro e come loro: il primo desiderio di chi vuole bene è di stare insieme a coloro che ama.
E il ladro che ha offerto compassione ora riceve compassione: “Ricordati di me quando sarai nel tuo regno!”. Gesù non solo si ricorderà, ma lo porterà via con sé: “Oggi sarai con me in paradiso!”. Come un pastore che si carica sulle spalle la pecora perduta, perché sia più agevole, più leggero il ritorno verso casa. “Ricordati di me” prega il peccatore, “Sarai con me” risponde l’Amore.
Il Re Crocifisso, dal trono della Croce rivela la sua vera identità: l’amore. L’amore vero non va in cerca di una finale a vantaggio proprio ma è disposto perfino ad annientare se stesso per coloro che ama: l’amore è vita, e lì sul Calvario, in quel contesto di dolore e di morte, c’è vita. Ed è già Pasqua!
Buona Domenica. Don Stefano

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