La Parola di Dio

Le Parabole di Misericordia

Il capitolo 15 del Vangelo secondo Luca raccoglie tre parabole, bellissime, passate sotto il nome di “parabole della misericordia”.

A chi le racconta Gesù? “Si avvicinarono a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: Costui riceve i peccatori e mangia con loro. Allora egli disse loro questa parabola…” (vv. 1-2).
Si rivolge a un uditorio di “mormoratori”, di gente che aveva sempre da dire la sua nella certezza della propria ragione assoluta.
Ecco allora le tre parabole dei perduti ritrovati: la pecora perduta-ritrovata, la moneta perduta-ritrovata e il figlio perduto-ritrovato. Questi tre racconti ci rivelano un aspetto meraviglioso di Dio perché ci insegnano anzitutto che lui si interessa di ciò che è perduto e che prova grande gioia per il ritrovamento di ciò che è perduto.
Poi ancora, Dio affronta le critiche per stare dalla parte del perduto: il padre subisce le critiche del figlio minore che si allontana da casa, in seguito affronta l’ira del figlio maggiore con amore, con pace e pazienza.
E ancora, Dio si interessa anche di un solo perduto. Le parabole della pecora perduta e della donna che fatica tanto per una sola moneta perduta, hanno del paradossale ma fanno luce sul mistero di Dio che si interessa anche di uno solo perduto, magari secondo noi insignificante, privo di valore, da cui non c’è niente di buono da ricavare.
Il Signore attraverso questa pagina ci offre una meravigliosa lezione di amore, di cosa significhi “misericordia”.
Ma noi abbiamo interesse e attenzione nei confronti di chi si allontana e si perde?
E perché tutte le volte che la Chiesa ripropone l’immagine di Dio che cerca i perduti, nasce il disagio?
Perché, forti del proverbio “ognun per sé e Dio per tutti”, non siamo ancora entrati nella logica della “misericordia”, non sappiamo amare col cuore di Dio.
Buona Domenica. Don Stefano.

Il Duomo di Pietrasanta

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