La Parola di Dio

La pecora smarrita e la moneta perduta

Il capitolo 15 del Vangelo secondo Luca inizia con queste due piccole parabole, piccole ma molto conosciute: la pecora smarrita e la moneta perduta (Lc 15,1-10).

Protagonisti delle parabole sono un pastore che sfida il deserto, una donna non si dà pace per la moneta finché non la trova; e il cuore di queste parabole non è tanto un invito alla conversione quanto piuttosto la rivelazione dell’autentico volto di Dio, svelato da Gesù: un Dio alla ricerca degli smarriti, dei perduti.
Noi possiamo perdere Dio, ma lui non ci perderà mai.
Per noi, abituati ai nostri ragionamenti umani, ci sorprende questo Dio scandalosamente buono, che preferisce la felicità dei suoi figli alla loro fedeltà.
Gesù racconta di un pastore che si mette sulle tracce della pecora perduta, non si accontenta di aspettare il suo ritorno, non delega la ricerca, ma si mette personalmente in cammino per trovarla.
Questa parabola parla di ciascuno di noi: tutti noi, infatti, in qualche momento della nostra vita, siamo stati questa pecora perduta e abbiamo fatto l’esperienza della bellezza della misericordia di Dio che è venuto a scovarci, che ha avuto pazienza, che ci ha presi in braccio e ci ha riportati a casa sulle sue spalle.
Ha recuperato il suo popolo nel deserto e su ogni strada dell’esilio, è andato a Samaria sul pozzo di Giacobbe per incontrare e dare nuova vita alla donna peccatrice, si è diretto a Gerico sotto l’albero di sicomoro per scovare Zaccheo e riportarlo alla speranza in una vita nuova …..
L’uomo cammina, Dio corre.
Ma è giusto che Dio ci rincorra nelle nostre fughe da lui? Non è giusto, è di più: egli è incomprensibilmente pazzo di amore per noi. Ci rincorre ma non ci obbliga a dirgli di sì, ci segue solo per darci la sicura possibilità di averlo vicino, a parete, perché la nostra casa confina con la sua anche quando non ce ne rendiamo conto. Il suo amore non è giusto, è divina follia!
Allora Dio è così? Così eccessivo, così esagerato? Sì, il Dio in cui crediamo è così incredibile, amorevole fino al dono della vita; e quella pecora sulle sue spalle non è altro che il peso di quella croce che porterà per amore.
Un ultimo particolare: la gioia per la pecora e per la moneta ritrovata.
E’ la gioia che il Signore vuol farci godere, non perché lo meritiamo ma perché lui è Amore!
Come sarebbe bello se ogni comunità rispecchiasse questo volto di Dio mettendosi sui passi dell’uomo bisognoso di fede e di speranza, creando fraternità e rompendo le barriere dell’indifferenza, del pregiudizio e del sospetto!
Buona Domenica. Don Stefano

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