La Parola di Dio

Teòfilo amico di Dio

 Chi sia questo Teòfilo non ci è dato sapere, ma considerando il suo nome (Teòfilo significa “amico di Dio”)

La pagina che oggi ci viene proposta ci porta agli inizi della vita pubblica di Gesù, secondo quando ci narra l’evangelista Luca (1,1-4; 4,14-21).

Nella prima parte si nota l’interesse scrupoloso dello scrittore nel riferire “ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi” riguardo agli “avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari“. A questo segue la dedica e lo scopo del suo scritto: “per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto“. Chi sia questo Teòfilo non ci è dato sapere, ma considerando il suo nome (Teòfilo significa “amico di Dio”) non è escluso che esso indichi chiunque voglia essere appunto amico di Dio e perciò si preoccupi di conoscerlo meglio. Allora, sentiamoci buoni “Teòfili” per metterci alla scuola del grande Maestro.

Egli, in giorno di sabato, si reca nella sinagoga del suo paese e davanti a tutti legge un passo del profeta Isaia (61,1-2) e poi azzarda un commento inaspettato: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. Gesù non offre una spiegazione del testo né presenta applicazioni morali, come erano soliti fare i rabbini, ma concentra l’attenzione di tutti sull’evento: il Messia atteso è giunto, è lì sotto gli occhi di tutti!

E poi delinea i tratti della missione del Messia, venuto cioè per “i poveri”, cioè per chi ha più bisogno dell’amore di Dio e degli uomini.

La parola che inchioda tutti lì, a fare i conti con quanto il Maestro dice, è proprio “Oggi”: “Oggi si è compiuta questa Scrittura …” Questo “Oggi” fa capire come i tempi nuovi sono arrivati, ma non soltanto da un punto di vista cronologico perché questi tempi nuovi aprono all’ “Oggi” di Dio, un tempo non più da attendere, un “Oggi” quotidiano che segna il mio presente e attiva il mio essere, senza più aspettare perché Colui che rende possibile il mondo nuovo è qui!

E anche se oggi non è facile, riconoscere nell’umile Operaio di Nazareth il “consacrato con l’unzione” (o, come dicevano gli ebrei, il Messia) è però necessario e vitale per chiunque voglia essere Teòfilo, cioè amico di Dio.

Buona Domenica. Don Stefano.

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