La Parola di Dio

Un bicchiere d’acqua

E per convertirci basta anche solo un “bicchiere d’acqua” donato col cuore, altrove si inciampa e si finisce legati a noi stessi a marcire nello stagno del nostro egoismo.

Il brano di oggi (Mc 9,38 ss.) ci offre molti spunti di riflessione: cercherò di toccare qualche punto che ritengo particolarmente interessante per noi.

Giovanni, con fierezza, riferisce a Gesù di aver impedito ad un tale di cacciare i demoni, perché non apparteneva al loro gruppo. Gesù invece lo rimprovera perché “Chi non è contro di noi è per noi!”.

Anche oggi ci sono dei discepoli che mal sopportano che lo Spirito soffi dove vuole: ne sono gelosi e si sentono traditi nella loro funzione di testimoni e rappresentanti del Cristo, vorrebbero che la potenza di Dio passasse solo attraverso le loro mani. Mentre gli autentici amici di Dio godono della liberalità dello Spirito e riconoscono le sue manifestazioni, dovunque avvengano: riconoscono il bene da qualsiasi parte provenga.

L’integralismo di Giovanni e dei suoi amici è meschino: solo Gesù riconosce e stabilisce chi è “dentro” e chi è “fuori” e solo a lui il giudizio. Se io non faccio del bene pecco di omissione, ma se addirittura impedisco agli altri di fare il bene commetto una colpa più grave, sono scandaloso!

Quando il Signore parla di scandalo non lo intende, come potremo pensare subito, in senso moralistico. “Scandalo” nell’accezione etimologica è l’ostacolo, l’inciampo, e molto probabilmente Gesù pensava ai maestri della legge del suo tempo che con il peso della loro autorità e con il fascino del loro prestigio dissuadevano i semplici, la gente del popolo, dal seguirlo: erano di inciampo alla fede.

Per noi il rischio è quello di essere scandalo a se stessi, freno nel seguire Gesù, adducendo le più svariate scuse o giustificazioni: di fronte a questo scandalo il discepolo è invitato ad un taglio.

Se la tua mano ti è motivo di scandalo …. Se il tuo piede …. Se il tuo occhio ti è motivo di scandalo …. Taglia e getta via lontano da te!”. E noi, per esempio: quale mano dovremmo “amputare”? Quella che sa solo prendere e mai condividere e donare. Quale occhio “cavare”? Quello che vede solo la propria immagine, ravvisa solo la propria idea e non scorge mai il volto dell’altro per riconoscerlo fratello. Quale piede “tagliare”? Quello che fa degli altri come sgabelli per salire, quello che non percorre le strade della misericordia e della prossimità.

E per convertirci basta anche solo un “bicchiere d’acqua” donato col cuore, altrove si inciampa e si finisce legati a noi stessi a marcire nello stagno del nostro egoismo.

Quindi: anche solo un bicchiere d’acqua può salvare la nostra vita.

Buona Domenica. Don Stefano.

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